Salute, Qualità e Natura
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce salute:
“uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente di assenza di malattia o infermità” (OMS, 1946).
Questa definizione è l’esempio emblematico della consapevolezza che il benessere dell’uomo non si limita ad un contesto puramente fisico, ma coinvolge in generale l’ambiente in cui esso vive.
L’ambito economico, sociale ed ambientale, determinano in modo essenziale la Qualità di Vita degli individui e sempre più la crescita e lo sviluppo delle comunità esigono di essere pensate in un’ottica di mantenimento o miglioramento di essa.
Il ragionamento attorno alla Qualità di Vita rappresenta un concetto che interessa diverse discipline e per questa ragione occorre affrontarlo sotto molteplici punti di vista.
La Qualità di Vita degli individui dipende infatti, non solo dalle innovazioni in campo medico-sanitario, ma anche dalle regole sociali, politiche e culturali che una società si pone come obiettivo da perseguire.
Nell’ambito dell’Expo 2010 di Shanghai Peter Greenaway sottolinea come i due terzi della popolazione mondiale entro il 2050 sarà concentrata nelle città.
L’argomento è stato proposto non facendo leva sulla paura e il catastrofismo, quanto sulla necessità di puntare sulla Qualità di Vita e il miglioramento della condizione complessiva del rapporto uomo e ambiente.
Nel settembre del 2009 il Financial Time scrive:
“Se ci si rende conto di aver costruito la propria casa sulle sabbie mobili non basta rafforzare il suolo. Bisogna spostarsi. Le nostre economie, costruite sul mito del Pil, stanno crollando di fronte alla crisi economica ed ambientale. Abbiamo bisogno di fondamenta più solide sulle quali costruire una vita migliore”.
Il messaggio di fondo che scaturisce da queste citazioni è quello di spostare l’enfasi dalla misura della produzione economica verso il benessere delle persone.
L’associazione Advanced Algology Research, socio fondatore della Fondazione, ha sempre percepito la malattia dolore non come una patologia qualsiasi, ma come l’alterazione di uno stato di equilibrio, di benessere che l’organismo normalmente possiede.
L’esperienza acquisita in questi anni ha fatto in modo che l’attenzione si spostasse proprio verso il rapporto che sussiste tra “malato” e ambiente, assai diverso rispetto a quello uomo-ambiente. Risultano infatti ormai evidenti, dai numerosi studi epidemiologici, le enormi ripercussioni sociali ed economiche della malattia dolore.
Negli ultimi 10 anni si è assistito allo sviluppo di un numero sempre crescente di ricerche e studi, grazie ai quali sono stati fatti grandi passi avanti nella comprensione dell’eziologia, valutazione e trattamento del dolore persistente e cronico. L’approccio adeguato per affrontare questo problema consiste nell’utilizzo di un modello biopsicosociale, che tenga conto non solo dell’evento biologico, inteso come variazione anatomica, fisiologica e patologica, responsabile della malattia, ma anche dello stato psicologico e del contesto socioculturale in cui il malato si trova, considerando come tutti questi aspetti interagiscono influenzando la percezione e la risposta al dolore.
E’ proprio nell’ottica di un modello biopsicosociale che Advanced Algology Research ha sentito la necessità di creare la Fondazione per la Qualità di Vita.
Tra le numerose conseguenze che coinvolgono le persone affette da dolore persistente e cronico, viene inclusa anche l’incapacità di assaporare i piccoli piaceri quotidiani e di coltivare le personali attività che rendono piacevole il passare del tempo.